La pandemia ha cambiato il nostro rapporto con il pianeta, ci ha reso più consapevoli del suo stato di salute, e ha spinto le persone ad assumere comportamenti più attenti a tutelare l’ambiente dalle nostre attività. La motivazione principale che è alla base di scelte più eco-friendly è la responsabilità nei confronti dei propri figli e delle generazioni future.
Uno studio condotto dall’IBM Institute for Business Value su 14 mila adulti provenienti da paesi diversi ha rivelato che 9 consumatori su 10 hanno preso maggiore coscienza del problema della sostenibilità ambientale proprio con l’esplosione della pandemia e che la pandemia ha modificato in modo sensibile i loro comportamenti d’acquisto: 6 persone su 10 si sono dichiarate infatti pronte a cambiare il loro stile di vita per impattare meno sull’ambiente.
Accanto al senso di responsabilità per le generazioni che verranno si affianca anche la motivazione economica: le persone hanno scoperto che adottare pratiche quotidiane sostenibili anti-spreco significa anche poter risparmiare sulle spese di casa.
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In cima alla classifica delle nuove abitudini green degli italiani ci sono infatti la raccolta differenziata, la riduzione del consumo di acqua, energia elettrica, carta e gas, più elettrodomestici di classe energetica superiore, più prodotti a Km 0, più prodotti sfusi contro prodotti con packaging in plastica, più home made; in questa direzione vale la pena sottolineare un dato interessante, più di 10 milioni di persone si sono impegnate a coltivare un orto per avere frutta, verdura e ortaggi in casa.
I comportamenti individuali giocano dunque un ruolo decisivo nel processo di consapevolezza e sensibilizzazione sulle tematiche ambientali ma vale la pena sottolineare che la sostenibilità ambientale è anche strettamente connessa con la sostenibilità economica ovvero con un modello di sviluppo che produca benessere per tutti in modo rispettoso dell’ambiente. A questo punto del processo entrano cioè in campo anche le azioni delle imprese e delle aziende che possono spingere la ripresa economica in direzione di una nuova attenzione all’ambiente che ci circonda e alle persone che lo abitano.
L’indagine “The Pandemic Is Heightening Environmental Awareness” realizzata da Boston Consulting Group rivela che l’87% degli intervistati ritiene necessario che le aziende debbano introdurre pratiche sostenibili nei loro processi di produzione e il 77% ritiene opportuno che le imprese si impegnino in cause ambientali.
Un dato che trova conferma in una maggiore predisposizione di acquisto nei confronti di aziende di prodotti e servizi che hanno nella sostenibilità ambientale un pillar valoriale.
Si tratta di un’importante presa di coscienza che mette finalmente sullo stesso piano questioni ambientali e questioni economiche, segno del fatto che le persone hanno compreso come ambiente, persone e sviluppo, siano attori co-protagonisti della stessa scena.
Di fatto, il principio alla base della sostenibilità è proprio questo: la crescita economica, la coesione sociale e la tutela ambientale devono andare di pari passo, sotto l’attenta direzione delle istituzioni.
Il benessere delle persone e il benessere dell’ambiente sono strettamente connessi con il modo in cui produciamo e la sostenibilità deve diventare il motore che coinvolge tutta la catena del valore, dalla materia prima al prodotto.
In questo senso, Plados Telma ha adottato da anni una filosofia green e un modello di sviluppo sostenibile che ha l’obiettivo di introdurre sul mercato prodotti progettati per durare e non per essere velocemente sostituiti, prodotti che permettono di ridurre gli sprechi d’acqua, di energia elettrica e gas, prodotti ecologici di qualità accessibili a tutti perché anche il prezzo competitivo può costituire un incentivo alle pratiche sostenibili.